
Con REACT_Diritto in pratica vogliamo descrivere in modo sintetico ma completo come abbiamo deciso di affrontare i casi di respingimento in mare, di rimpatri “volontari” dalla Libia dei rifugiati, della cooperazione italiana nelle violazioni delle autorità libiche, delle restrizioni della libertà di movimento e di asilo dei cittadini stranieri, del monitoraggio dei fondi pubblici nei paesi di transito e del loro possibile sviamento.
Questo è un invito a leggere e replicare queste azioni.
Per un motivo principale: se siamo in tanti a capire che ci sono violazioni e aumenta la consapevolezza della nostra società, se in tanti agiamo in modo coordinato per chiedere il rispetto dei diritti dei cittadini stranieri in movimento, potremo cambiare veramente le cose.

Le persone straniere vulnerabili, come le persone sottoposte a tratta, i minori non accompagnati, i richiedenti asilo presenti in paesi di transito quali Libia, il Niger, la Tunisia vengono rimpatriate nei loro Paesi di origine sulla base di programmi di rimpatrio volontario assistito generalmente implementati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e parte delle politiche di esternalizzazione dei Governi europei.

Donne e uomini afghanз che dopo la presa del potere dei talebani non possono più esercitare i loro diritti fondamentali; rifugiatз bloccatз in Libia a causa di blocchi e respingimenti finanziati e coordinati dalle autorità italiane; minori soli, persone sottoposte a tratta che pur di salvarsi accettano il rimpatrio volontario nei paesi di origine.

Da anni il governo italiano si è reso responsabile di respingimenti di rifugiatз, richiedentз asilo e cittadinз stranierз che cercano di lasciare la Libia per raggiungere le coste europee. Il comportamento delle autorità italiane si è modificato nel corso degli anni ed è stato necessario individuare sempre nuove strategie giuridiche al fine di individuare le responsabilità del governo ed ottenere delle condanne.

Il governo italiano da anni ha accelerato nella sottoscrizione degli accordi di riammissione e rimpatrio con i paesi africani, in particolare Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio e Senegal, al fine di identificare e rimpatriare i cittadini stranieri in posizione irregolare. Spesso tali accordi sono segreti, e ne è impedita la visione e la conoscenza dei contenuti alla società civile.

A maggio 2020, il Tribunale di Messina ha condannato a lunghe pene detentive tre guardie del centro di Zawiya, teatro di uno dei progetti dell’Aics, del valore di un milione di euro, per gravissime violenze commesse all’interno del centro, gestito dal clan al Nasr a cui afferisce il noto trafficante Abdurahman al Milad detto “Bija”.

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