Dal 15 al 20 novembre 2018 dieci giuristi, avvocati e ricercatori si sono recati in Niger, per approfondire il tema dell’esternalizzazione del diritto di asilo e aprirsi a nuove collaborazioni.
L’ Associazione Studi Giuridici Sull’immigrazione nel corso degli ultimi anni ha approfondito lo studio dei processi di esternalizzazione del controllo delle frontiere individuando e attivando una serie di strumenti giuridici di fronte alle Corti nazionali ed internazionali. Si veda il ricorso al Tribunale amministrativo per il Lazio avverso lo sviamento delle risorse del Fondo Africa ( legge di bilancio 232/2016) utilizzate per la rimessa in efficienza di quattro motovedette destinate al rafforzamento delle autorità libiche, con lo scopo ultimo di impedire ed ostacolare la fuga dal territorio libico e il riconoscimento del diritto di asilo di rifugiati e richiedenti asilo.
Per approfondire si segnala la notizia sul deposito del ricorso di ASGI contro lo sviamento di 2,5 milioni di euro dal c.d. Fondo Africa e la conferenza stampa in merito alla vittoria dell’ASGI in appello al Consiglio di Stato che ha riaperto il confronto al TAR sui fondi per la Cooperazione italiana alla Libia
Nella stessa direzione si vedano poi i tre ricorsi presentati alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro i respingimenti di rifugiati e migranti i quali nel tentativo di raggiungere le coste italiane sono stati intercettati e riportati in Libia dalla guardia Costiera libica. I ricorsi sono stati proposti contro l’Italia che mantiene un controllo effettivo sulla condotta materiale posta in essere dalle autorità libiche, sia nella fase del coordinamento del soccorso in mare, sia nella fornitura di materiale logistico e di legittimazione politica ed internazionale del governo libico: si è infatti parlato di una responsabilità per respingimenti delegati dall’Italia alla Libia ( si veda sui respingimenti in Libia il dossier e il video della conferenza stampa sul ricorso alla CEDU )
Dopo aver quindi studiato e predisposto strumenti giuridici volti al contrasto delle politiche di delega del controllo delle frontiere ad autorità autrici di gravissimi crimini contro l’umanità, tra queste appunto il governo libico, ci si è concentrati sulle politiche di esternalizzazione che interessano anche altri stati tra i quali il Niger.
Infatti il territorio nigerino, da sempre luogo di transito per il passaggio di migranti verso la Libia e l’Europa, è oggi interessato da numerosi fenomeni che sono intrinsecamente legati con le politiche europee che sono state poste in essere sul territorio libico. Nei documenti allegati sarà approfondito come le politiche europee hanno inciso sulla libertà di movimento e sulla sicurezza del transito dal Niger alla Libia che oggi è divenuta una tratta particolarmente pericolosa e difficile. Si analizzerà anche come il Niger sia anche territorio di ritorno volontario di rifugiati e migranti che fuggono dai centri di detenzione libici e si ritrovano sul territorio nigerino in una morsa tra il ritorno assistito nei paesi di origine tramite OIM o la permanenza irregolare in un paese straniero. Infine si vedrà come il Niger è anche lo Stato prescelto dove l’UNHCR su mandato della Commissione Europea trasferisce i rifugiati che sono evacuati dalla Libia e – di concerto con la commissione per il diritto di asilo nigerina – valuta le domande di asilo ed propone agli stati membri il trasferimento di coloro che sono riconosciuti rifugiati nei loro territori.
Questi solo alcuni degli esempi che hanno spinto l’associazione a rivolgere la sua attenzione al Niger al fine di analizzare giuridicamente le nuove politiche di esternalizzazione sia del controllo dei confini sia del diritto di asilo attuate dall’Unione Europea e il ruolo sempre più decisivo delle agenzie delle nazioni unite in questi processi, al fine di individuare gli strumenti giuridici da attivare per la tutela dei diritti delle persone coinvolte.
Per tale ragione dal 15 al 20 novembre 2018 dieci giuristi, avvocati e ricercatori si sono recati in Niger, nella sua capitale Niamey, al fine di approfondire tematiche specifiche e per aprire collaborazioni ed effettuare incontri volti alla presentazione di azioni strategiche contro i processi di esternalizzazione del diritto di asilo.
Il viaggio è stato cofinanziato da OAK , Associazione Studi Giuridici Sull’Immigrazione e Università di Brescia con il supporto dell’Università Cattolica di Milano.
Durante il sopralluogo giuridico sono stati intervistati numerosi esponenti istituzionali (il vice presidente dell’assemblea nazionale e membro della stessa eletto nel distretto di Agadez; un magistrato addetto all’ ufficio di tutela delle vittime di tratta; un membro della Commissione Nazionale di Eleggibilità dei richiedenti asilo; l’ambasciatore italiano; un rappresentante della delegazione della Commissione europea in Niger, un rappresentante delle Agenzie Onu OIM ed UNHCR), alcuni soggetti che si occupano dell’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati ( COOPI) ; rappresentanti dell’Università pubblica di Niamey (Abdou Moumouni University of Niamey) e della Università svizzera del Niger; rappresentanti di ONG e società civile (Alternative Espace Citoyen; GRASPI, Centro socio culturale giovanile, Sahara Alarm Phone, JMED, REPADD).
I documenti che seguono sono quindi il frutto del sopralluogo e della ricerca giuridica dei soci coinvolti.
Uno sguardo alle politiche di esternalizzazione della Ue attraverso il caso Niger e l’implementazione della l. 36/2015.
Il documento guarda alla grande incisività delle scelte politiche dell’Unione europea nel condizionare le iniziative economiche, sociali, politiche, legislative ed istituzionali del Niger, incisività che si esprime attraverso il cd. principio di condizionalità, in base al quale l’elargizione di risorse economiche è subordinata all’attuazione da parte del paese beneficiario di politiche che ottengano il previo assenso da parte del donatore.
Il documento è prodotto nell’ambito del sopralluogo giuridico a Niamey in Niger dal 15 al 20 novembre 2018, al quale hanno partecipato dieci esperti giuristi, tra avvocati e professori universitari. L’indagine giuridica si è concentrata principalmente sul meccanismo di resettlement per coloro che presentano la domanda di asilo in Niger.