ASGI esprime preoccupazione per il fatto che l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (“Frontex”) possa attuare respingimenti collettivi di migranti intercettati nell’Atlantico verso il Senegal.
Nell’ultimo Rapporto annuale al Consiglio e al Parlamento europei (quello relativo all’anno 2018, pubblicato il 21 febbraio 2020), Frontex rende noto di aver incluso nel piano operativo della missione Hera la possibilità di sbarcare in Senegal i cittadini stranieri intercettati in mare nel corso delle operazioni di pattugliamento navale ed aereo dei confini esterni della UE. Il Senegal è l’unico Paese terzo con il quale esiste questa possibilità (punto 2.4.2. del rapporto): infatti, nel corso delle altre tre operazioni navali di Frontex (Themis, Poseidon e Indalo, tutte attive nel mar Mediterraneo) i migranti intercettati vengono sbarcati nei Paesi membri interessati più da vicino dalle operazioni stesse (rispettivamente, Italia, Grecia e Spagna).
L’operazione Hera si è protratta dal 16 agosto 2018 al 15 novembre 2018 ed ha interessato lo spazio geografico tra le Isole Canarie e le acque territoriali senegalesi, comprendendo sia lo spazio marittimo che quello aereo. L’esistenza della possibilità di respingimento diretto è confermata dal fatto che la Spagna avrebbe condotto uno studio sul sistema di asilo e tutela di diritti umani in Senegal, affermando che le autorità senegalesi “non sono coinvolte in pratiche quali violazioni dei diritti fondamentali o violazioni del principio di non refoulement”.
Sebbene il rapporto renda noto che di fatto nessun migrante è stato respinto verso il Senegal nel corso della missione Hera, ciò non rende meno problematico il fatto che ciò sia possibile, e che nel corso di future missioni si assista alla consegna di migranti intercettati in mare direttamente alle autorità senegalesi.
Si tratta, com’è evidente, dell’ennesimo tassello nel complesso mosaico delle politiche di esternalizzazione delle frontiere e del diritto di asilo, finalizzate a limitare il numero di ingressi sul territorio europeo, a scapito della tutela dei diritti fondamentali delle persone migranti.
ASGI al momento sta analizzando in modo più approfondito la questione e pubblicherà un documento nelle prossime settimane.
Foto di Alessio Barbini