Dopo la segnalazione di ASGI con il supporto della International Human Rights Legal Clinic dell’Università di Torino, la Mediatrice europea chiede alla Commissione di poter visionare l’accordo sottoscritto nel 2018 e mai reso pubblico.
Nel maggio 2018 l’Unione europea ha sottoscritto un accordo con il Gambia, denominato Good Practices Procedure on identification and return, mai reso pubblico sul presupposto che non fosse un accordo formale. ASGI ha presentato un’istanza di accesso civico alla Commissione europea, ricevendo però un rigetto. Il 6 luglio 2022, grazie al supporto della Strategic Litigation: International Human Rights Legal Clinic dell’Università di Torino, è stata segnalata la questione alla Mediatrice europea, che ha ora deciso di aprire un’investigazione e ha confermato la necessità di poter visionare l’accordo per valutare se si tratti o meno di un accordo internazionale, dunque soggetto all’obbligo di pubblicità.
La Commissione aveva rigettato l’accesso civico affermando in primo luogo che la disclosure del documento non sarebbe stata prevista in quanto intesa informale e non accordo internazionale, e poi perché l’ostensione avrebbe potuto pregiudicare le relazioni internazionali tra UE e Gambia.
Secondo le analisi della Strategic Litigation: International Human Rights Legal Clinic, nonostante il suo appellativo e la procedura seguita per la sua conclusione, l’intesa deve essere invece considerato un trattato internazionale vincolante, in quanto crea diritti e obblighi per le sue parti, oltre a produrre chiari effetti giuridici sui cittadini gambiani presenti sul territorio Europeo. Le stesse informazioni disponibili sull’intesa non fanno infatti riferimento solo a buone prassi per i rimpatri forzati, ma anche a obblighi reciproci e impegni economici.
La Mediatrice europea ha ora confermato che l’appellativo formale attribuito dalla Commissione non è sufficiente a escludere la pubblicità dell’accordo, di cui ha richiesto copia, al fine di chiarirne la natura e valutare se sussistano obblighi alla pubblicazione alla luce del suo contenuto. Questo risultato si aggiunge all’analoga causa inaugurata dal Consiglio di Stato relativamente al mancato accesso all’accordo di rimpatrio tra Italia e Gambia.
“Tutti i trattati internazionali devono essere pubblici e la definizione di trattato non dipende dall’etichetta attribuita dallo Stato, bensì dal suo contenuto e dalla sua idoneità a produrre obblighi su un piano internazionale”, Andrea Spagnolo, Università di Torino
“La pubblica conoscenza degli accordi di riammissione è necessaria, nell’ambito di un ordinamento democratico, per controllarne il contenuto e per evitare espulsioni collettive e la violazione dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri in Europa” Lucia Gennari, avvocata ASGI
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