Pubblicati gli atti del convegno internazionale “Violazione dei diritti umani a seguito della chiusura della rotta libica: i rimedi giurisdizionali e le responsabilità giuridiche dell’Italia e della Libia” che si è tenuto a Tunisi il 15 e 16 marzo 2019.
Il convegno, che ha marcato l’esordio delle attività del progetto Sciabaca – oltre il confine, nasce dalla collaborazione di ASGI, ARCI e il Cairo Institute for Human Rights Studies, da tempo impegnate nell’analisi e nel contrasto ai processi di esternalizzazione del controllo delle frontiere e del diritto di asilo da parte dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Al convegno hanno partecipato attivisti e studiosi tunisini, libici, Italiani ed europei, accomunati dalla determinazione nel voler contrastare le politiche di “esternalizzazione” e dei loro effetti, primo tra i quali l’aver privato migliaia di migranti intrappolati in Libia, Tunisia e altri paesi africani del loro diritto di chiedere asilo in Europa, del diritto di circolare e lasciare il proprio paese, del diritto a non essere esposti a violazioni dei diritti umani fondamentali. La chiusura della rotta libica, messa in atto a partire dal 2017, è stata possibile solo grazie all’intensa collaborazione tra autorità di paesi europei e nordafricani che ha portato, tra le altre cose, a concludere accordi internazionali, rafforzare i controlli di frontiera, fornire sostegno economico e politico alla Libia, delegare i soccorsi e i respingimenti in mare alla guardia costiera libica, criminalizzare le attività di salvataggio da parte di organizzazioni non governative. Durante le discussioni avvenute a Tunisi, i partecipanti hanno convenuto che la complessa dimensione internazionale del problema impone una risposta altrettanto internazionale da parte della società civile attraverso una rinnovata e più stretta collaborazione reciproca fondata su un rapporto paritario e di fiducia reciproca. Il valore aggiunto che le organizzazioni possono fornirsi a vicenda risiede nel condividere informazioni e conoscenze sui rispettivi paesi; utilizzare le competenze giuridiche, linguistiche e culturali di ciascuna organizzazione; imparare dall’esperienza professionale maturata da ciascuno nel proprio campo di azione; confrontare punti di vista su approcci e strategie al fine di presentare in modo congiunto azioni giudiziarie di fronte a organi giudiziari europei, africani ed internazionali. Durante la due giorni di lavori, avvocati, professori, giuristi ed esperti hanno ipotizzato concrete vie di contenzioso davanti la Corte e la Commissione Africana per i Diritti dell’Uomo e dei Popoli, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale e i tribunali interni europei. Un primo tangibile risultato del convegno è stata la presentazione il 22 luglio 2019 da parte di ASGI, ARCI e Cairo Institute for Human Rights Studies in cooperazione con la Libyan Platform Coalition, di una richiesta congiunta alla Commissione Africana affinché svolga un’indagine sulle gravi violazioni dei diritti umani che rifugiati e migranti subiscono nei centri di detenzione libici.