Segnaliamo un interessante articolo di approfondimento sulle politiche e la cooperazione in materia di rimpatri tra Italia e Tunisia, realizzato da EuroMed Rights nell’ambito del costante lavoro di mappatura delle pratiche di rimpatrio nell’area Euro-mediterranea
La cooperazione in materia di migrazione tra Europa e Tunisia è dominata dagli accordi bilaterali che gli stati membri hanno sottoscritto con il Paese nordafricano. Per quanto riguarda i rimpatri, e in particolare quelli forzati, l’Italia è al primo posto con sei accordi di riammissione. Il più recente sarebbe stato concluso nell’agosto 2020.
Ma la diplomazia migratoria italiana non si ferma al livello degli accordi, conclusi o da concludere. Si estende anche all’esercizio di pressioni che portano la Tunisia a rivedere le sue politiche migratorie. Il principale strumento tunisino di lotta contro l’emigrazione illegale è il risultato di questa pressione. Infatti, la legge organica n. 2004-6 del 3 febbraio 2004, è stata apparentemente adottata su insistenza dell’Italia in cambio di un sostegno economico alla Tunisia. Questa legge mira principalmente a criminalizzare le partenze dalla Tunisia. La giurisprudenza relativa all’applicazione della legge non è stata meno confusa e contraddittoria della legge stessa. Parte della giurisprudenza sembra però aver interpretato in maniera estremamente restrittiva e repressiva la legge del 2004.
Da parte sua, l’Italia ha messo in atto procedure di rimpatrio forzato che violano i diritti umani dei migranti, basate su un sistema di quote settimanali di cittadini tunisini da espellere. Queste pratiche, compromettono gravemente le tutele previste per l’esercizio del diritto d’asilo e le garanzie di accesso a tale diritto. Ai cittadini tunisini sono infatti fornite, in maniera tendenzialmente sistematica, informazioni carenti, che non gli consentono di far valere i loro diritti, quali il diritto alla tutela legale e alla presentazione di una domanda di protezione internazionale. Una volta nel paese, al loro arrivo all’aeroporto, i “rimpatriati” si trovano di fronte alla totale mancanza di sostegno da parte delle autorità tunisine, il che probabilmente rafforza la loro vulnerabilità fisica, psicologica, economica e sociale.
Con il supporto di ricercatori tunisini ed europei, la ricerca pubblicata da EuroMed Rights affronta in maniera analitica e dettagliata queste ed altre tematiche che compongono il composito mosaico di procedure e violazioni nella gestione della mobilità dei cittadini tunisini che raggiungono le frontiere Europee.