La BBC denuncia la connivenza di UNHCR e OIM col sistema di respingimenti forzati e detenzioni illegali in Libia.
Il suicidio di un giovane migrante somalo, da mesi in attesa di accedere programma di evacuazione di UNHCR, riaccende il dibattito sul ruolo delle Nazioni Unite nella catastrofe umanitaria in Libia.
Un reportage della BBC, pubblicato il 31 luglio 2019 (vedi qui la traduzione), denuncia come fallimentari i tentativi di UNHCR, OIM e ONG internazionali di impedire che nei centri di detenzione libici si consumino spaventosi crimini .
Ma il problema non sono solo l’inadeguatezza degli aiuti o le inefficienze nella loro distribuzione: la critica, molto più radicale, mossa dalla BBC, è che l’intervento in Libia di questi attori sia al servizio delle politiche di Unione Europea e Italia tese alla chiusura della rotta libica.
La presenza internazionale in questi centri, quindi, non solo non costituirebbe, per la testata giornalistica inglese, alcuna garanzia di rispetto dei diritti fondamentali, ma correrebbe il rischio di essere funzionale alla loro stessa esistenza. Infatti, senza la presenza, all’apparenza rassicurante, di UNHCR e OIM, secondo quanto sostenuto nell’articolo, probabilmente non sarebbe stato politicamente sostenibile stipulare e attuare l’accordo con la Libia nel 2017, a partire dal quale la guardia costiera libica effettua le operazioni di soccorso in mare per poi riportare le persone in territorio libico.