L’accordo di cooperazione anche militare, stipulato fra Italia e Niger nel settembre 2017, non era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nonostante la sua natura di vero e proprio accordo internazionale ed era stato negato l’accesso civico (FOIA) . Il TAR Lazio ha accolto il ricorso ed ha ordinato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale la pubblicazione entro il 16 dicembre 2018.
Approfondimento accordo Italia – Niger
L’ ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – e la CILD – Coalizione Italiana per le libertà e i diritti civili – hanno quindi presentato una richiesta di accesso civico al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale per ricevere copia delle lettere del 1 novembre 2017 e del 15 gennaio 2018 inviate dal governo nigerino a quello italiano, copia dell’accordo firmato a Roma tra il governo del Niger e quello italiano in data 26 settembre 2017. A seguito del rigetto di tale richiesta da parte del MAE, è stato presentato ricorso al Tribunale Amministrativo per il Lazio nel cui procedimento si sono costituiti ad adiuvandum le associazioni CILD e NAGA.
La decisione del TAR – anche prima della pubblicazione del contenuto dell’accordo – è di fondamentale importanza perché il Governo, anche nel caso di accordi firmati in forma semplificata, deve sempre permettere ai cittadini di conoscere il contenuto degli stessi al cui rispetto lo Stato italiano si è impegnato nei confronti di altri Stati. Le conseguenze di questi accordi hanno infatti conseguenze su tutta la collettività, come in questo caso: il Governo italiano – previa autorizzazione del Parlamento – ha già inviato, infatti, un contingente di militari in Niger.
“L’attivazione dell’accesso civico da parte di ciascun cittadino è volto ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione”, affermano le associazioni. “Il rispetto di questi diritti appare tanto più fondamentale laddove si tratta di accordi internazionali in vigore e produttivi di effetti giuridici, i quali sono per espressa previsione legislativa sempre sottoposti ad un obbligo di pubblicazione”, continuano le associazioni. “La sentenza riafferma la necessaria pubblicazione di modo che siano sempre sottoposti al controllo della collettività e così lo sia tutta l’attività della pubblica amministrazione anche per ciò che concerne le relazioni internazionali. Tale decisione è ancora più importante in un momento in cui questioni molto rilevanti per la vita di tutti vengono gestite con decisione amministrative che hanno soppiantato il normale iter legislativo e politico.”